Un Fiume di Sperma 2 - Reggio Emilia Trasgressiva

Un Fiume di Sperma 2 - Reggio Emilia Trasgressiva

Accolgo mio marito con un’espressione triste, lamentandomi di essere rimasta sola, dicendo che ho fatto male a seguirlo, lui dispiaciuto mi racconta che non è riuscito a trovare il posto che cercava e che, se volevo, dopo aver mangiato qualcosa potevamo anche tornare a casa.
(No! Cazzo! Adesso no!) Ho finto di essere contenta della sua decisione e abbiamo iniziato ad occuparci dei preparativi per il pranzo, mentre eravamo impegnati ad apparecchiare si è avvicinato il mio amico capo operaio con un collega anche lui giovane ma meno bello, si sono presentati, hanno iniziato con le solite chiacchiere di rito, poi quando mio marito ha espresso la sua delusione per non essere riuscito ad individuare il luogo per la pesca e che avremmo lasciato il posto da li a poco, il capo operaio, dichiarandosi anche lui un appassionato pescatore e valido conoscitore del posto, si è detto disponibile ad indicargli il luogo migliore per pescare, mio marito esultante ha recuperato la sua cartina e l’altro gli ha indicato una località abbastanza lontana dal nostro campo assicurandogli una abbondante pesca, il cornuto pur lamentandosi della distanza e del fatto che avrebbe dovuto lasciarmi tutto il pomeriggio da sola, mi chiedeva con un’espressione idiota se fossi dispiaciuta, e io imbronciata, dopo una rapida e complice occhiata al capo operaio davo, anche se con finta controvoglia, la mia autorizzazione aggiungendo che avrei ammazzato il tempo facendo dei bagni al fiume e stiracchiandomi al sole.
Lui non stava nella pelle, ha ringraziato il capo operaio e il suo collega per le indicazioni ricevute i quali hanno salutato e sono tornati alla loro baracca, ed ha iniziato a prepararsi l’occorrente per la pesca del pomeriggio. Anch’io non stavo nella pelle e immaginando quello che sarebbe accaduto dopo sentivo dei piacevoli fremiti salirmi dal basso ventre.
Consumato il leggero pranzo e poco dopo la partenza di mio marito, sono entrata in tenda, mi sono spogliata di quel poco che avevo indosso e così nuda mi sono tuffata nell’acqua del fiume. Quando sono riemersa non ero sola, sei teste di maschi visibilmente arrapati erano intorno a me, ho cercato con gli occhi il mio amico, ci siamo scambiati uno sguardo e un complice sorriso, e piano, senza parlare, il cerchio ha incominciato a stringersi, un’infinità di mani hanno iniziato a toccarmi, i seni, le natiche, le cosce, la figa, mi sono lasciata prendere dal piacere che quelle mani e quella situazione mi procurava, poi qualcuno mi ha sollevata in modo da stare distesa sul pelo dell’acqua qualcun altro ha insinuato la testa fra le mie cosce e ha iniziato a suggere con avidità la mia figa, con le labbra a ventosa si è riempito la bocca mentre con la lingua stimolava le piccole labbra, altri mi succhiavano i capezzoli, non so chi ha violato con un dito il mio ano, un altro ha spinto la sua lingua nella mia bocca incrociandola con la mia in un bacio lascivo. Non capisco più niente, mi lascio andare voglio solo godere.
Mi portano fuori dall’acqua, sento mani dappertutto, mi risalgono lungo le cosce, arrivano alla figa, entrano, rovistano, frugano, qualcuno mi gira su un fianco mi allarga le natiche e comincia a leccarmi freneticamente l’ano, lo penetra con la lingua, vedo cazzi da tutte le parti, sono allo spasimo ho bisogno di sentirmi penetrata, quello che mi sta leccando da dietro intuisce la mia voglia avvicina il suo cazzo mi allarga le natiche e sono io stessa che gli vado incontro ma qualcuno lo ferma, è il capo, vuol far valere il suo diritto di supremazia, vuole essere il primo a penetrarmi, vuole che gli vado sopra ad impalarmi sul suo cazzo che già conosco, è sdraiato con l’asta bella ritta, mi ci siedo sopra e lo faccio entrare nella mia figa bagnata e vogliosa, comincio a cavalcarlo mentre lui mi afferra le tette e comincia a massaggiarle, lo cavalco piano, ho voglia di sentirlo tutto, poi comincio ad aumentare il ritmo, sto per avere un orgasmo ma gli altri che mi sono intorno non me ne danno il tempo, qualcuno mi spinge dalla schiena mi stende sopra il suo capo che sta sotto di me, sta per penetrarmi l’ano, mi sento allargare le natiche, ma cazzo che cazzo! ha una cappella enorme! Vorrei fermarlo, ma oramai è partito, mi tiene ferma con una mano, sputa sul mio culo mentre con l’altra aiuta la sua cappella a entrare nel buco umidificato dalla saliva, lo sento premere sullo sfintere che all’improvviso cede lo sento scivolare nell’intestino, dio quanto è grosso, la penetrazione è dolorosissima, poi si ferma, dà tempo al mio ano di abituarsi, una parte di me lo vorrebbe subito fino in fondo, un’altra gode del riempimento, comincia a muoversi piano, lo sento nelle mie viscere, è una sensazione indescrivibile, di puro piacere che arriva dritto al cervello, sto per avere un orgasmo anale, sento lo sfintere pulsare e rilasciarsi, sono partita, vorrei urlare il mio piacere, ma non faccio in tempo perché un altro mi si è avvicinato alla bocca e me l’ha riempita con il suo pene, non ho un buco libero, godo, godo e i miei pensieri sono tutti verso il piacere che sto provando, sento che sono piena, ma proprio piena, vorrei rimanere così, riempita completamente e mi sento una gran troia sto godendo tantissimo, sento le gambe molli, impazzisco non capisco più niente, vorrei essere trattata da gran porca, ma allo stesso tempo voglio carezze, dolcezze, non so cosa fare, voglio solo godere, come sto facendo e voglio essere io a condurre per un pò il gioco, mi sistemo le gambe e comincio a muovermi, i due non se lo aspettavano, si fermano quasi stupiti dalla mia iniziativa, comincio a muovere la pancia con un ritmo lieve, do il tempo ai due cazzi di assestarsi per bene dentro di me, poi mi abbasso su quello che mi sta sotto e comincio a muovermi più velocemente, sto godendo come una pazza.
Adesso ho voglia di essere riempita di sentire i cazzi che si svuotano dentro di me, aumento il ritmo, ma qualcuno mi ferma, è quello che mi sta nel culo, si sfila, mi giro e lo guardo, ma capisco, si è avvicinato un altro che vuole godere del mio sfintere, entra senza sforzo alcuno, non ho nemmeno bisogno di assecondarlo, anche questo è bello dotato, lo sento arrivare anche lui fino in fondo, poi comincia a dare lui il ritmo, è uno in gamba , ci sa fare, colpi lenti e lunghi nel mio culo, molto lenti e molto lunghi, vorrei gridare il mio godimento, ma ho la bocca occupata, sono sfatta, ma anche i maschi non ne possono più, il primo mi viene in bocca, sento lo schizzo arrivarmi in gola, ingoio tutto, mi piace il sapore dello sperma, poi sento arrivare anche il capo nel mio utero, si aggrappa ai miei fianchi, e viene, viene, sento che sta venendo anche quello nel culo, dà uno, due, tre colpi violenti nel mio ano e si piazza tutto dentro, lo sento venire a fiotti caldi, non esce dal mio culo, si svuota tutto dentro, io sono spossata dai cazzi e dal godimento, mi lascio andare sul petto del capo che mi sta sotto e che ha il cazzo moscio ormai fuori dalla mia figa, anche quello che mi stava dietro si toglie, cerco di sollevarmi ma altre mani mi afferrano, mi mettono in piedi e altri cazzi cercano di penetrarmi, e lo fanno, un maschio possente con un bellissimo e grossissimo cazzo mi solleva in alto e mi lascia cadere impalandomi, lo sento fino alla gola, mi attacco al suo collo e lo avvolgo con le gambe intorno alla vita sono io che faccio il movimento di sali-scendi su quell’enorme palo, ricomincio a godere sembro assatanata scuoto la testa come un’ossessa, due mani si posano sui miei fianchi e mi fermano così impalata, un altro cazzo si fa strada nel mio ano ormai dilatato e quando sento che è arrivato in fondo ricomincio con violenza il movimento che avevo interrotto. Godo, godo, Dio mio come si può godere in questo modo, ho il sangue agli occhi, alla testa. Voglio gridare selvaggiamente, grida inarticolate, prive di senso, dal fondo più primitivo del mio essere, che sgorgano dal mio ventre come il miele. Una gioia lacerante, che mi lascia svuotata, senza parole, conquistata, zittita.
Poi mi fermo esausta, ma loro non hanno finito, sono ancora duri e possenti dentro di me, il gagliardo che mi tiene in braccio mi blocca in alto la gamba sinistra e spinge in giù la mia gamba destra e appena il piede tocca terra ricominciano, uno entra l’altro esce, uno esce l’altro entra, con un preciso sincronismo quasi meccanico che mi sazia e mi soddisfa, poi anche loro quasi contemporaneamente mi gratificano del loro sperma. Mi lascio cadere sfinita e pienamente soddisfatta, ma non è finita, altri vogliono godere del mio corpo e non voglio deluderli, mi lascio riempire ancora, la bocca il culo la figa, cerco di assecondarli come meglio posso fino a quando anche gli ultimi, uno alla volta, mi omaggiano dei loro umori.
Sento lo sperma uscirmi dalle chiappe e dalla figa, lo sento in gola e nel naso, sono praticamente in un fiume di sperma e sorridendo, sculettando e colando, vado a tuffarmi in acqua, anche i maschi seguono il mio esempio.
Il basso sole del tardo pomeriggio ci ha trovati tutti contenti felici e soddisfatti, loro si rivestono, anch’io entro in tenda per prendere qualcosa da mettere addosso, frugo tra i vestiti e mi capita in mano una cortissima e ampia gonna a pieghe, cerco ancora e trovo una canotta che mi arriva appena sotto i seni, non indosso altro ed esco, appena fuori dalla tenda sono accolta da un coro di apprezzamenti, fischi e applausi che mi lusingano e sono in pochi coloro che resistono alla tentazione di infilare una mano sotto la corta gonna a toccarmi le nude natiche, oppure a cingermi la vita facendo scivolare la mano sotto la canotta a carezzarmi i seni, cerco di sottrarmi alle loro mani, fingo di allontanarli, scherziamo e ridiamo contenti e quando sentiamo il rumore dell’auto avvicinarsi, ci salutiamo e tutti ritornano alle loro occupazioni.
Mio marito è soddisfatto della sua pesca mi mostra orgoglioso il carniere da pesca colmo di pesciolini e mi chiede se mi sono annoiata, mi dico felice per lui e che nell’attesa ho fatto dei bagni e non mi sono annoiata molto, che anzi il campeggio iniziava a piacermi, il posto e l’acqua del fiume erano meravigliosi e che se decidesse di tornare in quel luogo lo avrei accompagnato volentieri.
Ero contenta e sazia e pensavo che quanto da me pescato non poteva essere contenuto in quella cesta.
Anais

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